Prevenire è meglio di curare, diceva una vecchia pubblicità. E quando si parla di salute, campagne di responsabilità sulla prevenzione del cancro, etc., oramai tale affermazione è entrata nella coscienza collettiva. Ma nel settore lattiero-caseario si lavora in modo preventivo?
La risposta, per quanto sia strana, è la seguente: NO, o meglio, ciò avviene molto molto raramente. E’ “No” per una serie di considerazioni da fare.
Se nel settore della produzione del latte oramai il produttore spesso (quasi sempre) si avvale di personale qualificato interno o di consulenti esterni (alimentaristi, veterinari, etc.) per il costante miglioramento ma soprattutto per il mantenimento di standard produttivi che portino ad avere una gestione vera e propria dell’azienda con monitoraggio continuo di tempi, qualità, marginalità, questo non vale per gran parte dei caseifici.
Ci sono chiaramente strutture che all’interno del proprio organico occupano dei tecnici della sicurezza, personale pluriqualificato, responsabili qualità, etc., ma si tratta fondamentalmente di industrie lattiero-casearie che comunque spesso si avvalgono anche di professionisti esterni all’azienda per un parere oggettivo su miglioramento dei processi produttivi, formazione del personale e tutto quello che compete la gestione di una produzione nel settore lattiero-caseario. Queste aziende creano spesso un protocollo interno per non avere sorprese in caso di cambio del personale, rendendolo interscambiabile nei vari reparti al fine di non essere troppo dipendenti dai dipendenti. Sembra un gioco di parole, ma questa è la realtà dei fatti.
Altre strutture, specialmente i caseifici medio piccoli o agricoli prendono raramente in considerazione il monitoraggio del loro operato da persone esterne al loro organigramma aziendale. Perché?
La risposta definitiva non c’è perché possono esserci varie risposte. La prima è legata al fatto che, agli occhi del produttore, non sussiste l’esigenza: perché SPENDERE del denaro in una cosa, se al momento ancora non serve?
Si sta già lavorando in modo corretto e se casomai durante delle fasi produtive si inciampasse in problematiche, ci si può sempre affidare a tecnici, tecnologi amici o conoscenti che aiutano a RISOLVERE la problematica. Oppure si consultano siti internet alla ricerca di qualcuno che ha avuto lo stesso problema per capire in che modo é stato risolto. Si tratta quindi di un atteggiamento puramente curativo, che non dico non arrivi spesso alla soluzione corretta del problema, ma non tiene in considerazione un fattore che, ahimè, nell’agricoltura di ieri ma purtroppo anche in quella di oggi non viene (o raramente) preso in considerazione: il tempo.
Il tempo dedicato alla cura di un problema che poteva essere prevenuto è tempo sprecato, perché sottratto ad operazioni che avrebbero potuto portare alla crescita o al consolidamento del fatturato (rapporti con i clienti, creazione nuovi prodotti, etc.) o comunque investito in modo più redditizio. Va però puntualizzato, quasi a discolpa di questa categoria, che spesso i caseifici non sanno neanche dove o a chi rivolgersi per avere delle soluzioni preventive serie e professionali.
L’ altro aspetto è puramente economico. Qui si tratta di capire se un’azienda preferisce spendere o investire. E non è la stessa cosa. Se da un lato vi è chi, in effetti, paga tecnologi per la soluzione di problemi e SPENDE quindi per curare, altri preferiscono INVESTIRE del capitale in modo preventivo per evitare a priori l’insorgere di un determinato problema e riuscire così a contenere l’eventuale spesa nella cura del problema stesso. Inoltre, i consulenti nel mondo della gestione finanziaria aziendale dovrebbero sapere consigliare i propri affiliati o clienti su normative, fondi interprofessionali, contributi, etc. utili strumenti per cui, spesso, le somme per eventuali pacchetti di consulenza, giornate di formazione o corsi di aggiornamento del personale sono già completamente o in parte state versate dal contribuente. Quindi prevenire potrebbe dire spendere meno anziché curare.
Alla fine non esiste la verità assoluta, ogni azienda troverà le sue dinamiche per investire o spendere al meglio le proprie risorse per continuare a migliorarsi e consolidare la posizione sul mercato. Ma se il concetto che prevenire è meglio di curare è riuscito ad imporsi sulla nostra salute, forse sarebbe opportuno anche replicarlo sulla nostra gestione aziendale.
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